⚡️STORIA DI UNA CANDIDATURA E DINTORNI⚡️
- nellamartino1
- 20 mag 2022
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Venerdì 20 Maggio 2022
Dal momento che circolano notizie inesatte e contrastanti circa la mia ex candidatura, mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni soprattutto per rispetto di quanti hanno condiviso la mia decisione e supportato il mio progetto e, allo stesso tempo, per la tutela della mia immagine sia pubblica sia privata.
In data 28 ottobre 2021, il gruppo di supporto mi ha designato quale candidato sindaco alle prossime consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio comunale. Soltanto il 15 novembre 2021, per l’esattezza diciotto giorni dopo, sciogliendo le dovute riserve, ho accettato formalmente la candidatura proposta. Tale accettazione, redatta nella forma di un documento, è stata, quindi, sottoscritta dall’intera assemblea presente alla riunione, della quale, peraltro, erano stati informati tutti i soggetti appartenenti allo schieramento, nessuno escluso, sebbene, invece, faziosamente si sostenga il contrario.
La proposta della mia candidatura è giunta dopo la bocciatura categorica di quella dell’attuale candidato sindaco della lista n° 1 – Scafa che ci piace –, ad opera di coloro che in un secondo momento l’hanno sorprendentemente “ripescata” contro la mia. Nell’arco di quattro mesi, intorno al mio progetto politico e alla mia persona si è riunita, per libera adesione, una nutrita ed eterogenea squadra di lavoro, che aveva come presupposto ulteriore il rinnovamento del panorama politico locale. I punti di forza del gruppo erano quelli del rispetto delle alterità, della condivisione, della progettualità, della trasparenza, della comunicazione e dell’interazione costante con i concittadini: idee e principi oggi transitati nella programmazione della nuova compagine. Sono state organizzate riunioni di lavoro, creato il logo elettorale, aperti una pagina web e un profilo Facebook, contattati esperti di settore e diverse figure professionali allo scopo di studiare soluzioni alle problematiche emerse e stabilire gli obiettivi programmatici della futura azione politica. Insomma, l’intera macchina elettorale era stata messa in moto in maniera ottimale, ma di questa, evidentemente, ero soltanto il cosiddetto “specchietto per le allodole”.
Per giochi e ambizioni di potere, di fatto mai sopiti, i protagonisti di lungo corso della politica scafese non hanno permesso il varo di questo progetto, brigando proditoriamente ai danni non solo della mia persona, ma anche del gruppo che mi supportava. Adducendo motivazioni di varia natura, come ad esempio quella di ricomporre una presunta, fantomatica unità tra opposte fazioni, che io non avrei garantito, oppure che io non possedessi un’adeguata visibilità sul territorio, hanno consumato senza esitazione e, direi, senza ritegno un vero e proprio “omicidio politico”, in onta a qualsiasi forma di rispetto delle persone e a un agire politicamente corretto. Ora, di queste opposte fazioni gli uni danno la colpa dell’accaduto agli altri con l’intento ciascuno di mitigare le proprie responsabilità e di salvaguardare la propria immagine pubblica per capitalizzare un maggior consenso elettorale. Dell’intera vicenda tralascio, per dovere di sintesi, tutti i particolari spiacevoli e lesivi della dignità personale: insinuazioni, falsità e offese. Varie sono le leggende metropolitane circolanti sull’accaduto e, tra queste, quella, secondo la quale sarei stata io stessa a fare un passo indietro, rendendosi, pertanto, necessaria la mia sostituzione in corsa. Se la mia destituzione, al contrario, fosse stata un’esigenza politica, come da qualcuno sostenuto, e invece dalla realtà smentita, avrei davvero fatto non uno, ma dieci passi indietro. Invece è stato un vero e proprio gioco al massacro, in cui i carnefici vogliono apparire vittime di non ben definite strategie, ordite da “altri”, e le vere vittime devono anche giustificarsi di essere ancora vive. Siamo di fronte al trionfo del mondo alla rovescia, a un carnevale in cui vale tutto e il contrario di tutto, in cui vige il motto “semel in anno licet insanire”, ossia, “una volta all’anno è lecito comportarsi da pazzi”.

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